Ieri sera si è conclusa la prima manifestazione sportiva Mondiale patrocinata dall’Africa. Un successo per questo paese e per il grandissimo Nelson Mandela, in un’atmosfera colorta, gioiosa e magica come solo questo paese può dare. Il verdetto da vincente la Spagna per la prima volta nella storia.
Parlo di invidia: invidia perchè in questi anni la Spagna, a livello sportivo, sta dominando nel mondo: Nel tennis Nadal e la squadra spagnola non hanno quasi rivali; nel motociclismo, dalla 125 fino a Pedrosa e Lorenzo in MotoGp, hanno un futuro che li vede padroni (per fortuna Valentino corre ancora); nella Formula1 Alonso è il pilota più forte in circolazione, risultati attuali a parte; nella pallavolo, nel basket e negli sport di squadra sono sempre tra i migliori; concludo parlando del calcio, e non c’è bisogno di dare spiegazioni. Guardate i risultati della nazionale dal 2008 a oggi, osservate il gioco che ha il Barca, guardate da dove arrivano i suoi singoli giocatori. Hanno reiventato questo sport, dal gioco sul campo, alla filosofia che vede crescere i giovani, facendoli diventare futuri campioni. Insomma un po’ di gelosia c’è ma…
…Forse è sbagliato parlare di vera e propria gelosia. La mia è ammirazione per una Nazione che ha saputo lavorare egregiamente, anticipando e inventando quello che sarebbe stato il futuro che oggi vediamo, ha avuto la pazienza di aspettare i suoi campioni, di coltivarli e ora ne raccoglie i meritati frutti. Non è quindi invidia ma rabbia nei confronti del mio paese, la grande spavalda Italia, che come sempre parte davanti per poi ritrovarsi ad annaspare, rincorrerendo coloro che prendevano esempio da Lei.
Il Barca nient’altro è che la “reincarnazione” del Milan di Sacchi, il Milan dei fenomeni che, olandesi a parte, era composto da giocatori
come Maldini, Baresi , Costacurta, Albertini ecc…cresciuti nal settore giovanile, da un gioco totalmente nuovo introdotto dalla squadra stessa e da una Nazione che vantava i più grandi campioni nel suo campionato. La Nazionale spagnola invece, è simile alla nostra nazionale del ’94 (la più forte che ricordi). Tutti i giocatori che arrivarono in finale militavano in serie A ed avevano esordito nella massima serie a diciotto, diciannove anni; oggi a ventiquattro venticinque sei considerato giovane e a meno che tu non sia un fenomeno come Balotelli e Pato non sei nemmeno preso in considerzaione. A sedici anni Totti e Maldini calpestavano per la prima volta Olimpico e San Siro, Buffon a diciotto si conquistava il posto da titolare a Parma, l’elenco degli esordienti illustri in età inferiori o pari a diciotto anni non finirebbe qui, ho solo elencato coloro che ritengo essere i più forti nel rispettivo ruolo. Proprio grazie a questa fiducia molti sono diventati quello che sono oggi: campioni! Un esempio si tutti Gattuso, che ha fatto dell’esperienza e dell’allenamento, uniti alla grinta, la sua arma vincente.
Col tempo questa concezione di calcio invece di essere coltivata è stata archiviata, facendo un grandissimo passo indietro e i risultati si son visti. Abbiamo sempre under 21 fortissime che si perdono negli anni. Non apprezziamo quello che abbiamo in casa e non abbiamo fiducia nei giovani. Non è strano che noi italiani dopo aver raggiunto il top ci sediamo sugli allori, fa parte del nostro carattere. Nei mondiali Lippi ha confermato questa tesi: perso nella superbia di scegliere sempre e solo il giusto, dopo il 2006 e il mondiale vinto, ritorna ct, fallendo nel peggior modo che la storia ricord, nel peggior girone che la storia ricordi e con un ateggiamento di sfida nei confronti di chiunque volesse aiutarlo e dargli consigli, lottando contro un’opinione popolare senza concedere mai spiegazioni delle sue scelte.
Qualcosa forse abbiamo capito, le manovre dei presidenti e Ds, complice la crisi economica, stanno ridimensionando
le squadre. Ora si punta di più sul settrore giovanile, si investe sui ragazzi e si cerca di farli esordire prima. Ma è brutto dover reiniziare da capo un lavoro in cui eravamo già all’avanguaria.
Complimenti quindi alla Spagna, di cui stimo particolarmente Casillias come uomo e la coppia Xavi-Iniesta come calciatori. Sono i più forti, illavoro svolto nel tempo gli fa meritare tutti i risultati che stanno raggiungendo e che raggiungeranno. Iniesta sarà il pallone d’oro, Sneijder purtroppo non arriverà al prestigioso riconoscimento non avendo vinto la coppa più importante.
Saluti, Alessio.