Una morte bianca e d’impatto fragoroso rinvia la giornata di calcio italiano che avrebbe dovuto consumarsi questo week-end. Piermario Morosini,venticinquenne centrocampista del Livorno s’accascia sul campo da calcio di Pescara per non alzarsi più.
Voglio scrivere poche righe,supportato,ne sono certo,dal pensiero di tutti voi che le leggerete.Toccare certi argomenti è difficile soprattutto districandosi tra stucchevoli perbenismi che macchiano da sempre le sincere commemorazioni, ma la storia di Piermario mi ha colpito particolarmente.Premesso che non ho intenzione di rivangare i suoi trascorsi calcistici, la nota più dolente è che sia scomparso un ragazzo giovane e non un calciatore,anche se ovviamente la sua professione l’ha resa mediaticamente più importante di chissà quante altre. Benchè non sia fatalista, a volte le redini della vita ci sfuggono e nonostante il nostro impegno per prevenire tutte le casualità dalle quali siamo attorniati,ci sarà sempre qualcosa che per noi sarà inconcepibile,inguaribile,inafferrabile. Il destino poi è beffardo per antonomasia,se pensiamo che Morosini esordì in serie A in un Udinese-Inter del 2005.Tra qualche giorno polemiche e discussioni sulla tempestività dei soccorsi,sull’intralcio di quell’auto dei vigili urbani,sulla negligenza di chi effettua(o non effettua?) controlli medici, sul perchè durante le partite non si possa disporre immediatamente di defribrillatori saranno sbiadite parole e il tutto lascerà spazio allo “show must go on”,come probabilmente è giusto che sia . Fermare il campionato è parso qualcosa di particolarmente opportuno ed umano:il calcio è una festa e come tale non poteva essere celebrata quando uno dei suoi attori aveva ci aveva lasciato poco prima.
Piermario prima d’essere un centrocampista era un ragazzo che ha sofferto come pochi altri nel mondo,orfano giovanissimo di entrambi i genitori e lasciato dal fratello che si era tolto la vita. Mi va di dedicargli queste righe,magari insignificanti ma intrise di rispetto per la forza di volontà di un uomo che più d’ogni altro avrebbe da insegnare sulla vita,visto che gli era vicino davvero lo racconta sempre ottimista. Nonostante tutto.
Alessandro